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Tre banche del Nordest 

2014-04-01 00:00:00.0000000

ATTENTI A QUELLE TRE BANCHE

Banco Popolare, Popolare di Vicenza, Veneto Banca

 

L’avevamo sospettato, ma ora la realtà supera ogni immaginazione, le tre principali banche del Veneto chiedono ai soci quasi 4,5 miliardi freschi in un momento in cui la liquidità scarseggia.

Gli errori del passato, quando non si è avuta la prontezza di cogliere le piene opportunità offerte da una fase espansiva dell’economia, si scontano adesso, al termine, si spera, di una lunga fase recessiva.

Le aziende boccheggiano e le banche devono continuamente rivedere al rialzo gli importi delle rettifiche sui crediti concessi: soldi prestati ad aziende e famiglie che difficilmente saranno rimborsati. Per rispettare gli equilibri di bilancio, richiesti da Bankitalia e Bce, si è deciso di ricorrere ai soci e al mercato.

Banco Popolare (ex Banca Popolare di Verona), già a gennaio ha chiesto al mercato 1,5 miliardi di Euro, a completamento di un pluriennale piano di ristrutturazione e ridimensionamento che ha visto ridurre sportelli, dipendenti e, diciamo noi, anche clientela. L’A.d. Dr. Saviotti di Banco Popolare è stato il primo a muoversi, ma poi a ruota i bilanci della Popolare di Vicenza diretta da Gianni Zonin, chiuso in rosso per la prima volta dopo trent’anni (28,2 milioni di perdita) e della Veneto Banca diretta da Vincenzo Consoli (perdita per 96,1 milioni nel 2013, 35,3 milioni l’anno precedente), hanno spinto a lanciare a loro volta aumenti di capitale che, temiamo, i loro soci faranno fatica a sottoscrivere liberamente. Popolare di Vicenza chiederà ai soci il 26 aprile di approvare un aumento di capitale di 1 miliardo di Euro che si sommerà ai 606 milioni di Euro già raccolti nel 2013, mentre Veneto Banca in pari data (guarda la coincidenza) chiederà ai soci 500.000 € di denaro fresco, più la conversione di un prestito obbligazionario per 350.000 € e la messa in vendita della quotata Banca Intermobiliare che dovrebbe fruttare altri 500.000 €.

Il tutto senza considerare che nell’area opera anche la rete Antonveneta, parte ora di Montepaschi, banca in difficoltà e che per aumenti di capitale non è seconda a nessuno.

Quindi nel così detto Nordest, secondo una stima approssimativa, più di trecentomila soci-azionisti saranno sollecitati dai vari direttori, gestori, cassieri e dipendenti vari, a porre mano al portafoglio per salvare i conti di banche poco avvedute nella gestione del credito, che ora faranno ricadere gli errori strategici del passato sulle spalle dell’economia Veneta.

Diranno che è un affare, che le banche sono solide, tuttavia temiamo che chi non accoglierà il gentile invito alla sottoscrizione possa incontrare qualche difficoltà nel rinnovo dei fidi o nell’ applicazione di tassi e condizioni che potranno essere rese più onerose per i non soci.

Il Nordest, in passato locomotiva d’Italia non tira più, e ora viene chiamato a leccarsi le ferite anche nel credito, il che comporta una ripresa più rallentata in mancanza di liquidità che continua a scarseggiare e a costare troppo.