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Continua l'incertezza sui mercati 

2018-09-03 00:00:00.0000000

CONTINUA L’INCERTEZZA SUI MERCATI

Ne abbiamo già parlato a giugno, e dopo la pausa estiva il tema sta ancor più mandando in fibrillazione i mercati internazionali e il mercato interno.

La situazione che più sta disturbando i mercati in questi ultimi mesi riguarda i dazi e le guerre commerciali che il Presidente degli Usa Donald Trump potrebbe scatenare.

La sensazione di molti operatori è che Donald Trump utilizzi il tema dei dazi con l’obiettivo effettivo di trovare accordi bilaterali favorevoli per gli Usa e non volendo in realtà portare la situazione alle estreme conseguenze di guerra commerciale, dannosa per tutti i contendenti.

I casi Europa, Cina, Turchia, etc. dovrebbero risolversi in accordi alla fine di un percorso negoziale anche se duro, come nel caso Messico

Tuttavia finché regna l’incertezza sull’esito dei negoziati, i mercati ballano.

A farne le spese  maggiori sono i paesi emergenti che negli ultimi mesi hanno subito tracolli valutari importanti. Turchia, Argentina, Sudafrica oltre al tracollo valutario hanno registrato anche la crescita dell’inflazione e di conseguenza l’inizio dell’aumento dei tassi delle loro Banche centrali. In punto infatti apprendiamo che il tasso di intervento della Banca Centrale Argentina sale al 60%. Pauroso, perché si sta innescando un circuito vizioso che strozza lo sviluppo di paesi importanti. Potrebbe innescarsi un effetto domino.

In questo scenario si inserisce il caso Italia. Dopo le elezioni, che hanno portato nuovi partiti al governo con forte impronta anti-europea, si è verificato l’aumento strutturale di 100 punti base dello spread fra i Btp e i Bund tedeschi. Anche questa situazione è legata all’incertezza sulla manovra finanziaria prevista in autunno e sul rispetto o meno di una manovra basata sul deficit di bilancio. Sospetto rinvigorito a giorni alterni da annunci in libertà di vari esponenti della coalizione che, pur di ottenere visibilità, poco si preoccupano dell’incertezza che generano sui mercati. Quest’ultimi temono infatti che in fondo al tunnel ci sia l’uscita dall’Euro per il mancato rispetto delle regole Ue, in un contesto internazionale sfavorevole all’Italia.

E’ inutile cercare alleati fra le nazioni aderenti all’accordo di Visegrad, o in Russia, Cina e perfino in Usa presso Trump. Solo accordi tra le parti potranno mediare il contraccolpo dei contrasti con l’Ue in caso di uscita dall’euro. Tuttavia i mercati valutano tali accordi come accordi politici e dunque mutevoli a seconda degli interessi dei contraenti. Nel frattempo senza l’ombrello Ue, il vaso di coccio Italia, potrebbe essere sballottato dai mercati e frantumarsi. Pertanto attualmente la strategia dei mercati è quella di rifuggire dal rischio Italia o di farsi pagare maggiormente.

L’incertezza si scarica sullo spread e lo verifichiamo tutti i giorni. Nel frattempo, i primi a farne le spese sono le banche con quotazioni in netto ribasso e potenzialmente, prima o poi, saranno pure le famiglie e le imprese.

L’incertezza non si vede, non si tocca, non ha odore né sapore ma di danni ne può fare e gli italiani finite le ferie, periodo di normale rilassamento, riusciranno a capirlo?