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Banche:rialzo dei tassi e maggior costo del denaro 

2017-03-02 00:00:00.0000000

Per le banche si profila un “bonus” dal rialzo dei tassi e un maggior costo del denaro per imprese  famiglie e Stato

Due indizi non fanno una prova , ma l’aumento dell’inflazione europea con un picco del 2,2% in Germania e l’annuncio che la Bce avrebbe ordinato nuovi stress test per verificare l’impatto sui bilanci delle banche del previsto aumento dei tassi di interesse, fanno prevedere che non è lontano il momento in cui la Bce cambierà la sua politica monetaria.

Cosa comporterà per le banche e quindi per le imprese/famiglie e lo Stato indebitato questo cambiamento di scenario, probabile nei prossimi mesi?

Per le banche sarà un toccasana per il loro margine di gestione denaro, cioè la differenza tra il tasso che pagano per raccogliere fondi ed il tasso che incassano erogando dividendi. La discesa dei tassi aveva eroso tale margine negli ultimi anni, un’inversione di tendenza avrebbe benefici rilevanti. In Italia la banca più beneficiata sarebbe Intesa San Paolo, e comunque quasi tutte otterrebbero un miglioramento .

L’effetto collaterale negativo previsto invece sul portafoglio titoli sarebbe limitato sia per le banche che per gli investitori cassettisti. Le possibili perdite sul portafoglio titoli detenuto dalle banche sarebbero limitate a quelli destinati alla vendita (cioè vendibili prima della scadenza per fare cassa), mentre i rimanenti, che sono la maggioranza e vengono tenuti sino alla scadenza, non maturerebbero perdite. Anche per i risparmiatori così detti ‘cassettisti’, cioè quelli che non hanno problemi di liquidità e possono detenere i titoli sino alla scadenza, l’effetto negativo sarebbe limitato se non nullo, mentre per quelli obbligati al realizzo e tutti gli altri, che movimentano la posizione in titoli, ci sarebbe un ribasso delle quotazioni del loro portafoglio.

Per le imprese , famiglie e Stato cominciano le preoccupazioni e si profila il progressivo esaurirsi del periodo di grazia, determinato dal basso costo del petrolio e del danaro, goduto negli ultimi anni.

Le quotazioni del petrolio si sono già mosse da quest’estate, e l’abbiamo verificato alla pompa della benzina, ed ora il costo del denaro, previsto stabile per tutto il 2017, comincia a risentire dell’aumento dei tassi in Usa e nelle ultime settimane dei riflessi della ripresa dell’inflazione anche in Italia, arrivata nell’ultimo mese a toccare 1,5%.

La ripresa dell’inflazione non è un dato negativo in sé, anzi conferma una tendenza dell’economia al lento ma sicuro sviluppo (Pil +0,9%), tuttavia per chi si trova ancora indebitato è il momento di guardare con più attenzione al costo del denaro e programmare , se possibile, qualche copertura sulle posizioni più rilevanti.