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Ciclone sul credito a nord-est 

2017-06-30 00:00:00.0000000

 CICLONE SUL CREDITO A NORD-EST

Le popolari venete non sono state solo colonizzate, ma di fatto annullate, primo pesante scossone tellurico che non esaurisce il terremoto in atto nel settore del credito nel Veneto.

Eravamo stati facili profeti negli ultimi mesi invitando i nostri clienti a provvedere diversificando le banche ed aprendo nuove relazioni per evitare di trovarsi a corto di credito in questi frangenti.

Era dal maggio del 2014 che Bankitalia nelle considerazioni finali di Visco invitava ad aggregazioni su solidi presupposti economici mentre Popolare Vicentina si accingeva a lanciare un’Opa su Banca Etruria. Ad ascoltare tale relazione erano i vertici di queste due banche che ora non ci sono più. Etruria è finita nella pancia di Ubi e Popolare di Vicenza in quella di Intesa.

Lo scossone di Ieri con Intesa che si prende la parte buona di Popolare di Vicenza e di Veneto banca è di tale intensità che la polarizzazione del sistema bancario in Italia e nel veneto in particolare non può dirsi conclusa.

Ora Intesa ha rafforzato il suo primato. La quota di mercato nel Veneto passa dal 14% al 25% e nell’area del vicentino dal 10% al 27%.

A questo punto, se tralasciamo le annose dispute di chi abbia fatto l’affare, di chi siano le colpe della situazione e la possibilità o meno degli azionisti e cittadini danneggiati dal fallimento di poter recuperare il capitale o rivalersi casomai nelle aule dei tribunali, rimane il fatto che il credito ad imprese e famiglie è destinato a ridursi. Infatti non è pensabile che la sommatoria dei rischi possa evitare tale fenomeno, che anche se diluito nel tempo, per evitare scossoni nei bilanci di imprese e cittadini, si manifesterà in tutta la sua crudezza nel giro massimo di 6 mesi /un anno.

Staremo a vedere gli effetti negativi di tale polarizzazione. Certo è che chi non avrà i conti in regola non potrà più contare sul vezzo del passato di ricorrere al credito di relazione, quello che ha prodotto tanti guasti nelle banche in difficoltà. Chi non si attrezzerà a mettere a posto i bilanci, dotarsi di un minimo di programmazione finanziaria e colloquiare con le banche con cognizione di causa, si troverà più in difficoltà e col rischio di aumento del costo del denaro oltre che di pericolosa carenza di credito.

La possibilità di rivolgersi ad altre banche sarà comunque problematica .

Infatti, a parte il gruppo Unicredit, che comunque tanto voglioso di espandersi nel Nord-Est non dev’ essere visto che si è ritirato dalla competizione di rilevare una delle due banche in questione, molti  altri gruppi bancari sono occupati a sistemare le cose in casa e difficilmente vorranno di allargare i cordoni della borsa del credito.

Ricordiamo che per quanto riguarda Mps, la quale sta uscendo solo in questi giorni da una crisi similare, la rete deve ancora digerire i cambiamenti in atto . Banco Bpm (fusione di Banco Popolare di Verona e Banca Popolare di Milano) è parimenti impegnata a completare un’integrazione complessa fra Veneto e Lombardia e che fino al 2019 difficilmente si muoverà a leggere il loro business plan. Ubi è parimenti impegnata a digerire Banca Ertruria e Cassa di Risparmio di Chieti. Le difficoltà di Carige e della sua rete Veneta, trascurata da Genova in lotta su chi comanda, è nota. Infine tutto il mondo del credito cooperativo è in fermento con due aggregazioni, una su Roma e l’altra su Trento, le quli tengono impegnate le singole banche e che rendono instabili le loro politiche creditizie.

Restano fuori banche selettive come il Credem, il gruppo Credit Agricole e il gruppo Bnp con Bnl che potrebbero essere interessate ad espandersi ed ad essere un approdo meno incerto per quelle aziende che devono in fretta trovare alternativa a fidi finora assicurati da Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

La nostra funzione di  monitoraggio e  di verifica della posizione finanziaria della nostra clientela si fa quindi ancor più fondamentale in questo quadro di incertezza, al fine dio assicurare la riserva di fido e le condizioni migliori in una cornice di stabilità di relazioni, la sola in grado di consentire alla Pmi di proseguire senza scossoni il loro business.